Il paese di Villamaina (916 ab.) sorge su una caratteristica collinetta nel cuore dell’ Irpinia a 580 m slm. Il suo verdissimo panorama è contornato dal variegato sottofondo dell’appennino campano. E’ un centro turistico-termale di antichissima tradizione, immerso nel verde delle valli d’Ansanto, decantate da Virgilio in versi famosi (Eneide, Libro VII, vv.562 e ssg.).
La dolce morfologia del territorio, il clima mite ed arioso, gli interessanti itinerari naturalistici, ne fanno la meta ideale per un soggiorno rigeneratore tra il verde, i piaceri della buona cucina di campagna e le cure rilassanti e ristoratrici delle celebri acque termali.
La centralissima Piazza Risorgimento è un bel davanzale affacciato sull’Alta Irpinia. Contornata dalle antiche mura di cinta medievali, tra cui il celebre muraglione, ospita alcune pregevoli opere scultoree del prof. Giancarlo Lepore, la chiesa dedicata alla Madonna della pace, l’ Arco Civico, casa natale del famoso botanico e naturalista Giovanni Gussone.
Le vestigia sannitico romane sono ben custodite nell'Antiquarium "Paolino Macchia" che oltre ad un vasto lapidarium, conserva alcune testimonianze del culto della Dea Mefite che celebravasi in Ansanto. A Villamaina è fruibile un parco scultoreo dedicato alla Madonna dell'Antica, con opere degli scultori Vincenzo Caputo ed Alessandro Battaglino, tra le quali il famoso volto del Redentore.
Villamaina fu il piccolo feudo della famiglia Caracciolo, la quale ha dato al Meridione italiano personaggi di spicco tra i quali il marchese di Villamaina Domenico Caracciolo, Viceré di Sicilia dal 1781 e Primo ministro (1786-1789) di Ferdinando IV di Borbone.
Intellettuale poliedrico ed esperto riformatore, ebbe legami strettissimi con i più celebri illuministi britannici e francesi: Hume, Helvetius, D’Alembert, Diderot, D’Holbach.
A Parigi il nostro fu “l’Ambasciatore dei Lumi” per la sua fama di sagace e vivacissimo conversatore nei salotti alla moda. A Palermo fu invece il “boia dell’Inquisizione”, che abolì senza tentennamenti, ed il fustigatore integerrimo della tracotanza baronale.
Rientrato a Napoli come Primo ministro, si occupò di numerose riforme, conferendo assoluta priorità alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Madame de Staël lo definirà un uomo di “straordinaria cultura e di grandissima lepidezza”.
Domenico Caracciolo fu il primo vero Statista di un regno preunitario italiano. All'interno dell'Antica Taverna di Villamaina, un ritratto , copia dell'originale ubicato nella Sala dei Vicerè, presso il Palazzo dei Normanni in Palermo ne ricorda la memoria.
Il paese di Villamaina (916 ab.) sorge su una caratteristica collinetta nel cuore dell’ Irpinia a 580 m slm. Il suo verdissimo panorama è contornato dal variegato sottofondo dell’appennino campano. E’ un centro turistico-termale di antichissima tradizione, immerso nel verde delle valli d’Ansanto, decantate da Virgilio in versi famosi (Eneide, Libro VII, vv.562 e ssg.).
La dolce morfologia del territorio, il clima mite ed arioso, gli interessanti itinerari naturalistici, ne fanno la meta ideale per un soggiorno rigeneratore tra il verde, i piaceri della buona cucina di campagna e le cure rilassanti e ristoratrici delle celebri acque termali.
La centralissima Piazza Risorgimento è un bel davanzale affacciato sull’Alta Irpinia. Contornata dalle antiche mura di cinta medievali, tra cui il celebre muraglione, ospita alcune pregevoli opere scultoree del prof. Giancarlo Lepore, la chiesa dedicata alla Madonna della pace, l’ Arco Civico, casa natale del famoso botanico e naturalista Giovanni Gussone.
Le vestigia sannitico romane sono ben custodite nell'Antiquarium "Paolino Macchia" che oltre ad un vasto lapidarium, conserva alcune testimonianze del culto della Dea Mefite che celebravasi in Ansanto. A Villamaina è fruibile un parco scultoreo dedicato alla Madonna dell'Antica, con opere degli scultori Vincenzo Caputo ed Alessandro Battaglino, tra le quali il famoso volto del Redentore.
Villamaina fu il piccolo feudo della famiglia Caracciolo, la quale ha dato al Meridione italiano personaggi di spicco tra i quali il marchese di Villamaina Domenico Caracciolo, Viceré di Sicilia dal 1781 e Primo ministro (1786-1789) di Ferdinando IV di Borbone.
Intellettuale poliedrico ed esperto riformatore, ebbe legami strettissimi con i più celebri illuministi britannici e francesi: Hume, Helvetius, D’Alembert, Diderot, D’Holbach.
A Parigi il nostro fu “l’Ambasciatore dei Lumi” per la sua fama di sagace e vivacissimo conversatore nei salotti alla moda. A Palermo fu invece il “boia dell’Inquisizione”, che abolì senza tentennamenti, ed il fustigatore integerrimo della tracotanza baronale.
Rientrato a Napoli come Primo ministro, si occupò di numerose riforme, conferendo assoluta priorità alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Madame de Staël lo definirà un uomo di “straordinaria cultura e di grandissima lepidezza”.
Domenico Caracciolo fu il primo vero Statista di un regno preunitario italiano. All'interno dell'Antica Taverna di Villamaina, un ritratto , copia dell'originale ubicato nella Sala dei Vicerè, presso il Palazzo dei Normanni in Palermo ne ricorda la memoria.
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