Lapio

Lapio è un comune dell’Irpinia di 1554 abitanti. In posizione di dominio sulla media Valle del Calore, ad est del fiume da cui dista un chilometro, incastonato in un paesaggio da "agriturismo", tra fertili campi coltivati a vigneti ed ulivi, da cui si ricavano eccellenti vini, Fiano D.O.C.G., Taurasi D.O.C.G., Aglianico, ed olii da frantoio. Lapio è uno dei pochi comuni d’Italia ad appartenere all’elite dei comuni con doppio D.O.C.G ed inoltre può vantarsi di essere al contempo sia Città del Vino che Città dell’Olio. La sua posizione ha sempre influenzato la sua storia; infatti, il comune di Lapio associa la sua origine, fama e fortuna alla tradizione vitivinicola.
La remota origine del paese va correttamente ascritta ai cruenti scontri che si verificarono nell'area nel 512, al termine dei quali il Console Romano P.C. Cetego fece deportare ben 40.000 Liguri Apuani, i quali, tra le altre, portarono a Lapio diverse piante, tra cui un vitigno Apuano, che ben si adattò ai fertili e ben esposti terreni del luogo, originando un'uva di ottima qualità, con chicchi piccoli, rotondi e dolcissimi, da cui ancora oggi si ricava il celebre vino, il Fiano.
La disputa in merito all'etimologia del nome del paese, dibattuta tra chi lo fa scaturire dal vocabolo latino "apis" (ape) o da “apicula" (piccola ape), e chi, invece, ritiene che l'origine andrebbe ricollegata al vocabolo "lapideus" (di pietra).
Esistono varie citazioni che confermano entrambi le tesi. La prima citazione del paese, in un documento storico che risale all’anno 894, dove si parla appunto del "Pontem Lapideum". Ed ancora, nel successivo Catalogus Baronum (1150-1168) il borgo è citato come Lapigia.
Un'altra storica citazione illustre, riguardo appunto alle ingenti quantità di uve prodotte sul territorio lapiano in epoca medioevale e rinascimentale, è quella dello storico frà Scipione Bellabona il quale apprezzò il buon Fiano da cui, a suo parere, in epoca longobarda derivò proprio il nome del paese: “In detti tempi - scrisse nei suoi famosi “Ragguagli della città di Avellino” pubblicati nel 1656 - in tre luoghi tre castelli per difesa della lor città tenevano l’avellinesi [ …] ed il terzo dove ora è l’Apia, vicino al Monastero di Santa Maria dell’Angioli nel luogo detto gli Marmori. In questo luogo, e quasi in tutto il territorio d’Avellino si produceva il vino detto Apiano, dà Gentili scrittori lodato, e tanto in detto luogo, quanto in questa Città si produce, e per corretta favella chiamano Afiano, e Fiano; il nome d’Apiano, dall’Ape, che se mangiano le uve, gli fu dato”.
La citazione fa menzione del “Monastero di Santa Maria dell’Angioli” (Santa Maria degli Angeli), monastero dell’ordine Francescano presente sul territorio di Lapio.
Lo stemma cittadino rispecchia la storia e la tradizione di Lapio ed infatti vengono esaltati sia le api che la pietra.
Dall'epoca della dominazione normanna Lapio fu legato alle vicende storiche ed amministrative di Candida, di cui fu feudo "in servitium" e da cui si affrancò nel XV secolo. Lapio vide prevalentemente la Signoria Baronale dei Filangieri, Principi di Arianello, che ne fecero un feudo per trascorrere periodi di vacanza dalla corte napoletana e dove costruirono un castello, Il Palazzo Filangieri, di epoca normanna del quale è ancora possibile ammirare l’alta torre quadrata di epoca normanna, il bellissimo cortile porticato, e, all’interno le numerose sale ricche di affreschi.
Il borgo inoltre è impreziosito da numerose chiese e campanili in uno spazio molto circoscritto, creando uno scenario suggestivo di torri. Ricordiamo la chiesa Madre dedicata a Santa Caterina Vergine e Martire di notevole pregio per le numerose opere di varie epoche. Si ricordano inoltre le chiese dedicate alla Madonna della Neve, alla Madonna del Carmelo, eretta su una precedente chiesa di epoca paleocristiana, alla Madonna del Loreto e la chiesa di San Giuseppe.
Lapio è uno dei 30 comuni attraversati dai 119 km della tratta ferroviaria Avellino - Rocchetta Sant’Antonio, con una posizione strategica, vantando della presenza sul suo territorio dell’opera ingegneristica più straordinaria dell’intera tratta: il Ponte Principe.
Sospeso sul Fiume Calore, venne realizzato nel 1893 dalla Società Industriale Italiana Costruzioni Metalliche. Il Ponte Principe è stato considerato all’epoca un’opera eccezionale simbolo del trionfo del progresso. E’ lungo circa 300 metri e la travatura poggia su due arcate così che ogni luce è di circa 98 metri. Il collaudo avvenne il 20 settembre 1893 fra il generale entusiasmo delle popolazioni dei paesi limitrofi.
Il 26 e 27 Maggio del 2018 la tratta viene riattivata come tratta storico – turistica ad opera di Fondazione FS, dopo otto anni di sospensione, e il Ponte Principe risulta ancora dichiarato idoneo da RFI (Rete Ferroviaria Italiana).
Il connubio tra la tradizione vitivinicola, la tratta turistica Avellino – Rocchetta Sant’Antonio e il Fiume Calore, fa sì che il borgo di Lapio si presti in modo esemplare allo sviluppo del turismo paesaggistico e naturalistico, al trekking, all’escursionismo, al turismo enogastronomico e al wine tasting.
Le principali manifestazioni d’interesse legate alla tradizione popolare - religiosa e culinaria del paese sono:
Il venerdì santo e i Misteri di Lapio: Una delle tradizioni più belle e sentite che si trovano nel piccolo borgo irpino è quella dei Misteri, 22 tavolate di cartapesta che raffigurano la Passione e la morte di Gesù. Fatte commissionare nella seconda metà del 1700 dal principe Gaetano Filangieri, i Misteri sono tutt'oggi senza autore. Infatti, il padre di queste opere d'arte è ignoto ma secondo studi, si tratterebbe di un artista napoletano convocato da Gaetano Filangieri a Lapio per raffigurare le ultime ore di vita di Gesù Cristo. Si va infatti dalla vendita e il tradimento di Giuda alla morte sulla croce del Cristo. Da allora, le 22 tavolate accompagnano la Via Crucis dei lapiani da oltre 3 secoli. Esse vengono esposte nella Chiesa Madre del paese il sabato antecedente la Domenica delle Palme, per poi venire esposte lungo le vie del paese il giorno del Venerdì Santo, accompagnando la solenne processione di Gesù morto e la Madonna Addolorata. Nel corso dei secoli le statue sono state sottoposte a diversi restauri ed ancora oggi è possibile ammirare questo patrimonio artistico che sicuramente rende ancora più suggestiva e caratteristica la giornata del Venerdì Santo.
25 Novembre: Festività legata alla celebrazione di Santa Caterina patrona di Lapio. La tradizione prevede in serata l’accensione dei falò allestiti in ogni quartiere del borgo al passaggio della Processione solenne con la Santa portata in spalla dai fedeli.
22 Maggio: Festeggiamenti per il culto di Santa Rita da Cascia che coincide da decenni ormai con la sagra di uno dei piatti tipici del paese: il mugliatiello.
8 Settembre: Festività legate alla celebrazione della Madonna di Montevergine nella frazione di Arianiello.
FIANO LOVE FEST: Nel 2022, giunto ormai alla undicesima edizione, dall’unione di intenti di tutte le associazioni ed enti del luogo nacque il FIANO LOVE FEST: il titolo traduce l’amore che ogni lapiano nutre per la propria terra, l’amicizia che nasce condividendo un buon calice di vino e degustando i piatti della tradizione.
Esso vede dislocarsi nel borgo cittadino gli stand delle cantine più accreditate del territorio con la possibilità di poter degustare ottimi Fiano e Taurasi, o godere i sapori dei prodotti tipici locali come il pluripremiato olio Ravece D.O. P e il miele di Lapio. Il tutto accompagnato da musica live della tradizione folkloristica popolare. Durante la festa sarà possibile visitare i luoghi di interesse storico – artistico e culturale del paese attraverso visite guidate.



Lapio è un comune dell’Irpinia di 1554 abitanti. In posizione di dominio sulla media Valle del Calore, ad est del fiume da cui dista un chilometro, incastonato in un paesaggio da "agriturismo", tra fertili campi coltivati a vigneti ed ulivi, da cui si ricavano eccellenti vini, Fiano D.O.C.G., Taurasi D.O.C.G., Aglianico, ed olii da frantoio. Lapio è uno dei pochi comuni d’Italia ad appartenere all’elite dei comuni con doppio D.O.C.G ed inoltre può vantarsi di essere al contempo sia Città del Vino che Città dell’Olio. La sua posizione ha sempre influenzato la sua storia; infatti, il comune di Lapio associa la sua origine, fama e fortuna alla tradizione vitivinicola.
La remota origine del paese va correttamente ascritta ai cruenti scontri che si verificarono nell'area nel 512, al termine dei quali il Console Romano P.C. Cetego fece deportare ben 40.000 Liguri Apuani, i quali, tra le altre, portarono a Lapio diverse piante, tra cui un vitigno Apuano, che ben si adattò ai fertili e ben esposti terreni del luogo, originando un'uva di ottima qualità, con chicchi piccoli, rotondi e dolcissimi, da cui ancora oggi si ricava il celebre vino, il Fiano.
La disputa in merito all'etimologia del nome del paese, dibattuta tra chi lo fa scaturire dal vocabolo latino "apis" (ape) o da “apicula" (piccola ape), e chi, invece, ritiene che l'origine andrebbe ricollegata al vocabolo "lapideus" (di pietra).
Esistono varie citazioni che confermano entrambi le tesi. La prima citazione del paese, in un documento storico che risale all’anno 894, dove si parla appunto del "Pontem Lapideum". Ed ancora, nel successivo Catalogus Baronum (1150-1168) il borgo è citato come Lapigia.
Un'altra storica citazione illustre, riguardo appunto alle ingenti quantità di uve prodotte sul territorio lapiano in epoca medioevale e rinascimentale, è quella dello storico frà Scipione Bellabona il quale apprezzò il buon Fiano da cui, a suo parere, in epoca longobarda derivò proprio il nome del paese: “In detti tempi - scrisse nei suoi famosi “Ragguagli della città di Avellino” pubblicati nel 1656 - in tre luoghi tre castelli per difesa della lor città tenevano l’avellinesi [ …] ed il terzo dove ora è l’Apia, vicino al Monastero di Santa Maria dell’Angioli nel luogo detto gli Marmori. In questo luogo, e quasi in tutto il territorio d’Avellino si produceva il vino detto Apiano, dà Gentili scrittori lodato, e tanto in detto luogo, quanto in questa Città si produce, e per corretta favella chiamano Afiano, e Fiano; il nome d’Apiano, dall’Ape, che se mangiano le uve, gli fu dato”.
La citazione fa menzione del “Monastero di Santa Maria dell’Angioli” (Santa Maria degli Angeli), monastero dell’ordine Francescano presente sul territorio di Lapio.
Lo stemma cittadino rispecchia la storia e la tradizione di Lapio ed infatti vengono esaltati sia le api che la pietra.
Dall'epoca della dominazione normanna Lapio fu legato alle vicende storiche ed amministrative di Candida, di cui fu feudo "in servitium" e da cui si affrancò nel XV secolo. Lapio vide prevalentemente la Signoria Baronale dei Filangieri, Principi di Arianello, che ne fecero un feudo per trascorrere periodi di vacanza dalla corte napoletana e dove costruirono un castello, Il Palazzo Filangieri, di epoca normanna del quale è ancora possibile ammirare l’alta torre quadrata di epoca normanna, il bellissimo cortile porticato, e, all’interno le numerose sale ricche di affreschi.
Il borgo inoltre è impreziosito da numerose chiese e campanili in uno spazio molto circoscritto, creando uno scenario suggestivo di torri. Ricordiamo la chiesa Madre dedicata a Santa Caterina Vergine e Martire di notevole pregio per le numerose opere di varie epoche. Si ricordano inoltre le chiese dedicate alla Madonna della Neve, alla Madonna del Carmelo, eretta su una precedente chiesa di epoca paleocristiana, alla Madonna del Loreto e la chiesa di San Giuseppe.
Lapio è uno dei 30 comuni attraversati dai 119 km della tratta ferroviaria Avellino - Rocchetta Sant’Antonio, con una posizione strategica, vantando della presenza sul suo territorio dell’opera ingegneristica più straordinaria dell’intera tratta: il Ponte Principe.
Sospeso sul Fiume Calore, venne realizzato nel 1893 dalla Società Industriale Italiana Costruzioni Metalliche. Il Ponte Principe è stato considerato all’epoca un’opera eccezionale simbolo del trionfo del progresso. E’ lungo circa 300 metri e la travatura poggia su due arcate così che ogni luce è di circa 98 metri. Il collaudo avvenne il 20 settembre 1893 fra il generale entusiasmo delle popolazioni dei paesi limitrofi.
Il 26 e 27 Maggio del 2018 la tratta viene riattivata come tratta storico – turistica ad opera di Fondazione FS, dopo otto anni di sospensione, e il Ponte Principe risulta ancora dichiarato idoneo da RFI (Rete Ferroviaria Italiana).
Il connubio tra la tradizione vitivinicola, la tratta turistica Avellino – Rocchetta Sant’Antonio e il Fiume Calore, fa sì che il borgo di Lapio si presti in modo esemplare allo sviluppo del turismo paesaggistico e naturalistico, al trekking, all’escursionismo, al turismo enogastronomico e al wine tasting.
Le principali manifestazioni d’interesse legate alla tradizione popolare - religiosa e culinaria del paese sono:
Il venerdì santo e i Misteri di Lapio: Una delle tradizioni più belle e sentite che si trovano nel piccolo borgo irpino è quella dei Misteri, 22 tavolate di cartapesta che raffigurano la Passione e la morte di Gesù. Fatte commissionare nella seconda metà del 1700 dal principe Gaetano Filangieri, i Misteri sono tutt'oggi senza autore. Infatti, il padre di queste opere d'arte è ignoto ma secondo studi, si tratterebbe di un artista napoletano convocato da Gaetano Filangieri a Lapio per raffigurare le ultime ore di vita di Gesù Cristo. Si va infatti dalla vendita e il tradimento di Giuda alla morte sulla croce del Cristo. Da allora, le 22 tavolate accompagnano la Via Crucis dei lapiani da oltre 3 secoli. Esse vengono esposte nella Chiesa Madre del paese il sabato antecedente la Domenica delle Palme, per poi venire esposte lungo le vie del paese il giorno del Venerdì Santo, accompagnando la solenne processione di Gesù morto e la Madonna Addolorata. Nel corso dei secoli le statue sono state sottoposte a diversi restauri ed ancora oggi è possibile ammirare questo patrimonio artistico che sicuramente rende ancora più suggestiva e caratteristica la giornata del Venerdì Santo.
25 Novembre: Festività legata alla celebrazione di Santa Caterina patrona di Lapio. La tradizione prevede in serata l’accensione dei falò allestiti in ogni quartiere del borgo al passaggio della Processione solenne con la Santa portata in spalla dai fedeli.
22 Maggio: Festeggiamenti per il culto di Santa Rita da Cascia che coincide da decenni ormai con la sagra di uno dei piatti tipici del paese: il mugliatiello.
8 Settembre: Festività legate alla celebrazione della Madonna di Montevergine nella frazione di Arianiello.
FIANO LOVE FEST: Nel 2022, giunto ormai alla undicesima edizione, dall’unione di intenti di tutte le associazioni ed enti del luogo nacque il FIANO LOVE FEST: il titolo traduce l’amore che ogni lapiano nutre per la propria terra, l’amicizia che nasce condividendo un buon calice di vino e degustando i piatti della tradizione.
Esso vede dislocarsi nel borgo cittadino gli stand delle cantine più accreditate del territorio con la possibilità di poter degustare ottimi Fiano e Taurasi, o godere i sapori dei prodotti tipici locali come il pluripremiato olio Ravece D.O. P e il miele di Lapio. Il tutto accompagnato da musica live della tradizione folkloristica popolare. Durante la festa sarà possibile visitare i luoghi di interesse storico – artistico e culturale del paese attraverso visite guidate.



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